Troppi piccoli per incidere davvero su voto importanti, a partire dalla scelta del nuovo inquilino del Colle: è questa, con ogni probabilità, la motivazione che ha spinto il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano a fondersi con l’Udc di Pierferdinando Casini. Le due formazioni, dopo giorni di discussioni e trattative, procedono infatti verso la fusione in un unico gruppo denominato “Area popolare”.
Si tratta di una “start up dei moderati”, nata sull’onda del buon risultato ottenuto alle elezioni regionali in Calabria che hanno visto le due formazioni politiche presentarsi insieme e raggiungere il 9 per cento dei consensi.
La decisione è stata annunciata da una nota congiunta dei coordinamenti dei due partiti in cui si legge che “sono in corso sia alla Camera che al Senato le procedure per la costituzione dei gruppi unici ‘Area popolare’, da oggi per i parlamentari è possibile formalizzare la propria adesione. Il riferimento all’area popolare rappresenta l’auspicio che l’adesione vada anche oltre il perimetro dei due partiti promotori”.
Ncd (31 senatori e 27 deputati) e Udvc (6 senatori e 4 deputati) sperano così di “contare di più” e magari di riuscire a diventare l’ago della bilancia in votazioni cruciali come quella del nuovo capo di Stato.
Le iscrizioni ai gruppi di “Area popolare” mirano inoltre a fare da calamita anche per i parlamentari di Scelta civica (26 deputati e 7 senatori) e tutta la galassia sparsa al centro di “Per l’Italia” e del Misto.
“Partiamo già da una stima di una quarantina alla Camera e una quarantina al Senato”, ha detto un ottimista Gaetano Quagliariello, tra i big sponsor dell’operazione. L’obiettivo vero è che, al di là dei gruppi, possa nascere un partito che non sarà la somma delle due sigle, ma che darà spazio e voce anche a chi proviene dal mondo laico.